PROBLEMATICHE DELL'ETà EVOLUTIVA

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La psicologia dell'età evolutiva studia il processo di sviluppo e di organizzazione dell'individuo dalla nascita fino a circa venticinque anni dell'età cronologica. Durante questo periodo la personalità va acquistando, attraverso processi evolutivi sia biologici che psicologici, una maggiore e più efficiente armonizzazione delle energie di cui dispone, con crescente possibilità di autonomia e di nuovi e più maturi modi di comprensione, di partecipazione affettiva e di socializzazione. L'età cronologica consente di distinguere una prima infanzia (il primo anno di età), una infanzia vera e propria (due, tre anni), una puerizia (dal terzo al sesto anno), una fanciullezza (dal sesto al decimo), una preadolescenza (dal decimo al tredicesimo), una adolescenza (dal tredicesimo al ventesimo anno) e una giovinezza (dal ventesimo al venticinquesimo anno). Queste differenziazioni sono però solo convenzionali e bisogna tener conto delle peculiarità individuali per applicarle nella pratica. Il passaggio da un'età all'altra avviene solitamente attraverso periodi di crisi che consentono un adattamento alle nuove e più complesse forme della realtà interiore ed esteriore. Questi periodi hanno valenza dinamica e durata soggettiva a seconda di fattori di apprendimento e maturazione, dalle condizioni ambientali e dalla storia dell'individuo. Queste fasi, che sono particolarmente delicate, possono comportare momenti di mancanza di comprensione e di bilanciamento e possono necessitare di un "accompagnamento" per superare le stesse fasi critiche. Lo psicologo può costituire una guida per i giovani o per i genitori (a seconda delle necessità) per affrontare i momenti di passaggio particolarmente difficili, conducendoli, attraverso percorsi di riflessione, verso una dimensione più evolutiva della storia personale e familiare.